Barra&Birra
Barra e birra! Quasi uno slogan elettorale, di quelli fatti per vincere a mani basse le prossime elezioni. Ma, a differenza di troppe promesse mai mantenute, barra e birra alla fine è stato! La sera del 6 agosto un folto gruppo di spinner provenienti da tutta la Sardegna si è radunato da Infinito Pesca, il “covo” che Marco Serra ha creato a San Giovanni Suergiu. Un negozio che tratta molte tecniche di pesca e che, negli anni, si è specializzato sulla pesca con gli artificiali: spinning, shore jigging, eging, senza dimenticare le tecniche off shore. La manifestazione, da alcuni anni, anima le calde notti del sud ovest. Il nome, Barra e Birra, ideato da Marco insieme all’amico Massimiliano Pau non lascia adito a fraintendimenti: il regolamento prevede che si possa pescare solo il barracuda; l’istinto di sopravvivenza ha suggerito di aggiungere una particolare postilla, la bevanda fresca e dissetante, in grado di dare la giusta energia ai pescatori “costretti” a saltare tra le scogliere, alla ricerca dello spot vincente. L’abbiamo già scritto in altre occasioni, il popolo dello spinning non è gregario, almeno non quanto quello del surfcasting, o della pesca in acque interne. Lo spinner è lupo solitario, al massimo pesca in gruppi di poche unità. La tecnica stessa non aiuta: gli spot più pescosi sono difficili da raggiungere, impervi; in più la tecnica prevede lanci e recuperi continui, fasi che necessitano di ampio spazio intorno, per pescare in sicurezza. Quindi riuscire a radunare un manipolo di appassionati è quasi un’impresa, figuriamoci decine… Marco Serra, da anni ha raccolto questa sfida, organizzando incontri e raduni che tendono a creare un vero gruppo, un movimento. In quest’ottica, Barra e Birra si colloca come l’evento estivo che vuole restituire il giusto merito ad un pesce, il barracuda, troppo spesso disprezzato e sottovalutato, ma che rappresenta per molti la prima preda possibile quando ci si avvicina alla pesca con gli artificiali. In più, quando il barra è di dimensioni ragguardevoli, la sua cattura diventa una sfida importante.
Successo inatteso
La manifestazione ha avuto un successo che lo stesso Marco non si aspettava. Fino a pochi giorni prima dell’evento gli iscritti erano “la solita ventina”, per lo più appassionati della zona, assidui frequentatori di Infinito Pesca e delle scogliere tra Portoscuso e Sant’Antioco. Ma ecco che negli ultimi giorni, nelle ultime ore, sono arrivate tantissime adesioni e alla fine più di 50 pescatori si sono ritrovati per la “birretta” di benvenuto. Un numero davvero importante che, vista la riuscita di questa edizione, in futuro non può che aumentare. Per la serie “la tecnologia aiuta la vita”, ogni partecipan-te è stato inserito nel gruppo Whats App creato per l’occasione. Marco ha poi distribuito a tutti dei metri da sarto, necessari per misurare la lunghezza delle prede. In questo modo, ogni pescatore che fosse riuscito a fare strike, doveva pubblicare immediatamente nel gruppo il video e la foto della cattura, con il metro vicino. Una regola semplice, aiutata anche dalla forma allungata del barracuda, facile da misurare.
Dopo il tramonto i barracuda hanno iniziato ad attaccare gli artificiali, per lo più long jerk. La paletta e le tre ancorette che contraddistinguono questo micidiale artificiale, hanno come contro la facilità d’incaglio. Rischio che aumenta quando si pesca in acqua bassa e nella schiuma.
Dopo il tramonto
Dopo le raccomandazioni di rito, Mar-co ha dato il segnale e si è scatenato… il nulla. Le ore che hanno preceduto il tramonto non hanno fatto segnalare catture e la gara è stata animata dalle classiche foto di gruppo in scogliera, seguite da immancabili sfottò. Le previsioni dei più pessimisti che sentenziavano dovesse essere una serata “li- scia”, a causa della temperatura del mare troppo alta, sembravano dovessero purtroppo avverarsi. Ma gli spinner non si scoraggiano, non si arren- dono alle prime avversità (quasi mai). Dapprima raggruppati in pochi spot sterili, si sono “aperti” su tutta la costa, sondando le scogliere di Portoscuso, Turri, Peonia Rosa, fino a Punta Menga a Porto Pino. Ed ecco che con il buio sono iniziati i fuochi d’artificio. Ci vuole coraggio e bravura per lanciare un Mommotti 180 o 190 tra le rocce, nella debole schiuma sollevata da un altrettanto debole vento di Maestrale che in molti spot ruotava a Scirocco. Ma il long jerk è l’esca d’elezione per il kuda, regola rispettata anche questa volta. E poi, la birra (le birre…) era già stata consumata, come da regolamento. Mancavano solo loro, i pesci, che alla fine hanno premiato tanti bravi spinner. E che barracuda! Andrea Ortu ha sfiorato il metro con la sua cattura vincente. Gigi Patteri e Matteo Pinna hanno superato i 90 centimetri. E poi, ancora altre catture, tutte belle, festeggiate in diretta sul gruppo WhatsApp. La luna, appena oltre il primo quarto illuminava la superficie del mare piatto, scossa soltanto dai sempre più frequenti attacchi dei kuda. Alle 22, quando ancora ferveva l’attività in scogliera, sono terminate le ostilità e tutti si sono ritrovati in pizzeria per la grande festa della premiazione. Marco Serra si è avvalso del sostegno di Massimiliano Pau, Valerio Pisu, Emanuele Ortu e Marco Cangini che sono ormai il cuore organizzativo di ogni evento targato Infinito Pesca. La premiazione è stata ricchissima grazie allo sponsor Sea Spin: Andrea Ortu ha portato a casa una bellissima canna Sea Spin Labrax XX; premi Sea Spin per tutto il podio, mentre il quarto ed il quinto si consolano con una cassa di birra a testa! Chiusa la parentesi dedicata al barra, a settembre ci sarà il raduno Calici di Spinning. Non ci sono dubbi, abbiamo capito che l’alcol non fa male ai pesci.
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