Barca vecchia fa buon...
Periodicamente la Guardia Costiera, la Guardia di Finanza, ed altri corpi istituzionali vendono all’asta le loro unità navali ormai dimesse. Tranne rare eccezioni, si tratta sempre di imbarcazioni di valore, sia per progetto che per costruzione, che sono state sempre sottoposte a manutenzioni periodiche programmate. I prezzi a base d’asta sono sempre molto bassi, tali da indurre in tanti l’idea che il loro acquisto sia un ottimo affare. Nella realtà, invece, negli ultimi tempi è facile trovare nei cantieri e rimessaggi imbarcazioni provenienti da queste aste, prima acquistate e poi abbandonate. È successo che i loro nuovi proprietari, i quali le hanno acquistate con l’intento di trasformarle in imbarcazioni da diporto, solamente dopo esserne entrati in possesso sono venuti a conoscenza di tutti gli adempimenti necessari per la loro iscrizione nei registri del diporto. Questo è un fenomeno abbastanza recente e deriva da una circolare del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del febbraio 2004 che, a questo proposito, recita: “L’iscrizione al Rid, come pure la semplice destinazione al diporto di unità navali che provengono da altre categorie tipologiche (pesca, traffico, eccetera) va considerata prima immissione in commercio/messa in servizio dell’unità nel settore del diporto; conseguentemente l’unità deve conformarsi alle prescrizioni del decreto legislativo n. 436/96 e succ. mod. per la marcatura CE.” (continua sul giornale).
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