Ascensore! Strike... Verticale
Dalla teoria alla pratica... e ritorno. Chi frequenta l'ambiente delle gare sa che ormai quasi nessuno utilizza particolari metodi per segnalare le beccate dei pesci sulle esche. Le gare a picchetto prevedono al più due canne a concorrente e l'azione di pesca è molto dinamica. A scandire i tempi di pesca è l'orologio, con lanci e recuperi che si susseguono a ritmo costante. Risulta evidente che, in questi casi, è inutile utilizzare dei segnalatori d'abboccata, visto che l'esca rimane in acqua un tempo prestabilito e scelto a seconda dello spot, della stagione, delle condizioni del mare e dell'esperienza. Si lancia e si torna subito allo stendi travi ad alla serbidora, per preparare gli inganni successivi. Ma se la gara si protrae per una notte intera, la strategia deve tener conto di un impegno che non può rimanere massimale per 12 ore e oltre; in più, nell'arco di una notte, l'attività in mare muta più volte con periodi di calma che si susseguono a momenti di attività frenetica. Queste stesse condizioni si incontrano quando andiamo a pesca “per i fatti nostri”, senza l'assillo della competizione ma con la voglia di portare a casa il miglior carniere possibile. Ed ecco che allora è utile attrezzarsi con metodi che permettano di segnalare le abboccate, che ci suggeriscano quindi quando il mare riposa e quando decide di mettersi in moto. La teoria predica (comanda...) la massima semplicità possibile: il trave, i braccioli, eventuali pop up e flotter, ami ed inneschi... tutto deve essere pensato per rendere l'esca il più naturale e catturante possibile. Ciò vale sempre, ma ancor più adesso che andiamo verso la bella stagione, le mareggiate scarseggiano ed i pesci nuotano in un mare trasparente e privo di turbolenze.
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