Nei mesi invernali i pescatori tirano le barche in secca per il rimessaggio, alcuni le lasciano in acqua e si dedicano al bolentino. Per i transiti si aprono gli orizzonti dei mesi freddi: la traina sotto costa con artificiali affondati.
La fascia d’acqua che va dall’immediato sotto costa ai quindici metri di profondità, è quella che maggiormente risente delle variazioni di temperatura esterne. In inverno questa fascia può scendere al di sotto dei 15 gradi causando un vero e proprio esodo da parte delle specie abituate a temperature più miti. Detto questo bisogna sempre tenere in considerazione le differenze che ci sono tra il nord ed il sud del nostro paese. Tra i mari settentrionali (alto Adriatico e mar Ligure) e quelli meridionali, ci possono essere anche due gradi di differenza, con risultati sensibili sulla fauna ittica costiera. Durante la stagione fredda l’immediato sottocosta diviene territorio di caccia delle spigole e delle palamite, ma non sono rari anche gli incontri con piccoli dentici, con barracuda e con i pesci serra, questi ultimi due negli ultimi anni si sono abituati alle temperature fredde. La pesca con artificiali invernale è una tecnica particolarmente amata grazie ai risultati che può dare. Durante l'inverno moltissime specie approfittano della tranquillità del sottocosta sia per alimentarsi dei piccoli pesci ivi presenti, sia per deporre le uova. È proprio la fascia costiera a essere area di riproduzione per moltissimi pesci, grazie alla posidonia e alla conformazione delle nostre coste.

Attrezzature e tecnica - Durante il periodo invernale la traina costiera e soprattutto quella di fondo, vive uno dei momenti migliori dell’anno. Con il raffreddamento dell’acqua e la minor mobilità di alcuni predatori, la ricerca radente al fondo con le esche artificiali, risulta molto proficua e vincente. La ricerca delle prede deve avvenire vicino al fondo, quindi come base di partenza bisogna acquisire una buona padronanza dei sistemi d’affondamento. Per affondare le esche artificiali e quindi avere un buon coefficiente d’affondamento a velocità comprese tra i 3,5 ed i 4,5 nodi (velocità a cui generalmente lavorano gran parte degli artificiali), ci sono tre sistemi: il monel, il dacron piombato ed i piombi a sgancio rapido.

Il monel è molto efficace alle profondità comprese tra i 13-14 ed i 20 metri, mentre per profondità inferiori sono da preferire il dacron piombato o i piombi a sgancio rapido. Il sistema d’affondamento scelto deve tenere conto del fatto che le esche devono pescare a non meno di 80-100 metri dalla poppa. Questo perché pescando in acque poco profonde il passaggio della barca, che molesta i pesci, e quello delle esche devono essere abbastanza distanziati. Per usare il monel è indispensabile avere canne con carrucole, per evitare che la lenza metallica comprometta anelli in pietra dura, mentre per il dacron piombato vanno benissimo i comuni anelli da traina. Per entrambi i sistemi affondanti è consigliabile l'uso si canne lunghe (intorno ai 2 metri), flessibili (8-12 libbre) e con azione parabolica. Questo tipo di canne flettendosi e raddrizzandosi durante l'azione di pesca conferiscono agli artificiali un movimento molto più catturante.

Campo aperto - Per ottimizzare questo sistema d'affondamento bisogna partire dall'area di pesca. È indispensabile pescare su lunghe passate con fondale misto sabbia-roccia-alga, a profondità variabili dagli 8 ai 18 metri. L’ideale è quando si hanno cigliate o piccole formazioni rocciose isolate sulla sabbia che degradano dalla costa, da battere eseguendo rotte parallele eseguite sulle diverse profondità. In pratica il concetto è quello di iniziare dalle profondità minori eseguendo una o più passate nei diversi sensi di marcia, poi effettuare una rotta parallela alla precedente, ma a una profondità maggiore e così via fino a giungere sulla cigliata più fonda. In questo modo si coprirà capillarmente un’area, battendo tutte le possibili profondità nei diversi sensi di marcia. L’esperienza sul campo ci ha portato a stabilire che non è sempre necessario passare con le esche radenti il fondo, ma trainando con un affondamento mirato e calcolato, è possibile far passare le esche a una profondità prestabilita in modo da trainare vicino al fondo, ma senza continui incagli. C’è poi da considerare che il passaggio dell’imbarcazione spaventa il pesce che reagisce spesso intanandosi o riparandosi tra le alghe. Questo impone di trainare le esche molto lontane dalla poppa per dar modo al pesce di tranquillizzarsi e riuscire dal proprio nascondiglio.

Esche - In genere si utilizzano minnow da 9-14 cm, ma ultimamente anche i siliconi derivati dalla pesca a spinning, stanno dando degli ottimi risultati. Per i minnow la scelta deve tenere in considerazione alcuni parametri relativi alla colorazione che tengano presenti sia il colore dell'acqua che l'incidenza del sole. Con acqua torbida ci si orienterà su colorazioni a specchio, più visibili e attiranti, mentre con acqua limpida saranno da preferire colori pastello poco brillanti. Se la giornata è caratterizzata da cielo limpido e sole ci si orienterà su colori chiari, mentre con cielo coperto su colori scuri. Nella scelta dei siliconi bisogna effettuare delle prove con esca in acqua e controllarne il nuoto a 3,5-4 nodi di velocità. Sono sempre da preferire i modelli con testa di metallo pesante.

Tabella Prede
Preda | Descrizione |
Spigola | Profondità 4-15 metri, fondale posidonia mista roccia, a cavallo con punto d'acqua d'alta o bassa marea |
Palamita | Profondità 12-20 metri, fondale roccia misto sabbia, orari alba ed ore centrali |
Barracuda | Profondità 10-15 metri, fondale roccioso – apice della secca, buio prima dell'alba, alba e tramonto |
Dentice | Profondità 12-20 metri, roccia – intorno secca, ore centrali, tramonto |
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