Ancora... Addio!
Ancora oggi il mezzo più diffuso per fermare la barca in un punto più o meno preciso è l’ancora. Una specie di gancio legato ad una cima robusta che viene lanciato o semplice- mente calato fuoribordo nella speranza che giunto sul fondo trovi un appiglio dove incastrarsi e quindi, attraverso la cima, trattenere la barca in quel punto. In teoria questa operazione è abbastanza intuitiva e chiunque si aspetterebbe che nella pratica fosse una manovra semplice e sicura. Di fatto però non è così e per molte ragioni. La prima è che l’ancoraggio non avviene in linea verticale ma con un’inclinazione che in linea generale dipende dal mare, dal vento, dal peso dell’ancora, dalla lunghezza della catena, dalla sezione della cima e infine dalla grandezza e peso della barca. Infatti, una volta individuato all’ecoscandaglio, il punto su cui pescare, procedendo contro vento o contro corrente, lo si supera calcolando con l’esperienza una distanza, la più corta possibile, sufficiente perché l’ancoraggio abbia successo. In questa operazione occorre calcolare quanto tempo ci impiega l’ancora ad arrivare sul fondo, quanta cima sia necessaria in funzione della foggia e peso dell’ancora, del tipo di imbarcazione e del vento e/o corrente. Se poi consideriamo che il 90% del successo di una battuta di bolentino dipende dall’ancoraggio allora, forse, ci rendiamo conto che l’operazione non è affatto semplice. C’è da aggiungere che l’ancora è uno strumento utilizzato non solo nel bolentino ma anche in tutte le tecniche in verticale.
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