Altura per Tutti

Con l’estate cresce la voglia di spingersi al largo, filare le canne in traina e rilassarsi attendendo speranzosi che il cicalino dia il via a un gioco di squadra di tutto l’equipaggio, pronto a sudare per portare sotto bordo la nostra preda!

La traina d’altura non è una tecnica facile, e tantomeno economica, ma già da apri-le vale la pena di provare per insistere fino all’autunno. Di sicuro però, nei mesi estivi tutti i pelagici sono in attività, dalle aguglie imperiali, ai tunnidi in generale, dalle lampughe, al raro pesce spada. 

 La barca - Altura non significa necessariamente spingersi a decine di miglia dalla costa, bensì laddove ci siano profondità e tagli batimetrici tali da permettere il passaggio o lo stazionamento dei pesci pelagici. Se a due miglia dalla costa abbiamo una profondità di 2-300 m, non necessariamente bisogna spingersi oltre. Ciò significa che non sempre è necessario un grosso fisherman, anche se fare altura con un’open di 6 m non è agevole come con un cabinato da 12. Ma, con il giusto allestimento, anche un’imbarcazione medio-piccola o addirittura un gommone, si difende degnamente. La barca da altura deve consentirci di filare almeno 4 canne, c’è chi arriva addirittura a 10 o più, ma a mio avviso il limite, nonché il numero ideale, è di 6-7 a seconda degli spazi in murata e della presenza o meno di t-top o rollbar, divergenti, ecc. Vi consiglio di installare almeno un portacanna, meglio se due, a centro imbarcazione, nel punto più in alto, che servirà per la canna centrale lunga e eventualmente per la più corta. In murata, invece, sono sufficienti quattro portacanna, due per lato, con inclinazioni diverse: i due verso poppa con inclinazione parallela al senso di marcia, gli altri due orientati tra i 30 e i 45°. Una coppia di divergenti è fondamentale, mentre il divergente centrale sarebbe un valido aiuto ed andrebbe a sostituire la canna posizionata alta sul t-top. 

Fisherman in navigazione verso le poste d'altura.

Esche e attrezzatura - Con un assetto rivolto specificamente a rostrati, difficilmente si potranno utilizzare canne molto leggere, perché tendono a flettersi molto sotto la trazione di grossi kona trainati a velocità sostenute, per poi fare effetto fionda scagliando l’esca in avanti quando quest’ultima esce dall’acqua per il suo naturale lavoro. Inoltre, nel momento dello strike, avremo bisogno di penetrare, con ami voluminosi, parti molto dure delle fauci di un rostrato, e una canna morbida abbinata ad un mulinello leggero potrebbe non soddisfare quest’esigenza. Le uniche due canne che, possono essere più leggere, sono quelle sui divergenti, perché  sono questi ultimi a fare tutto il lavoro, sia delle esche, sia dello strike. Pescando a tunnidi, invece, navigheremo a velocità inferiore e il problema va a attenuarsi notevolmente. La mia attrezzatura è composta da una combo 20-30 lb, che di solito utilizzo sul divergente centrale (shot gun); due combo 20-30 lb che utilizzo sulle canne dirette in scia (flat line); due combo 12-20 lb sugli outrigger; una combo 12-20 che filo corta in scia in una zona di acqua pulita. Le canne imbobinate con trecciato necessitano di uno shock leader di almeno 70 m di nylon. I mulinelli devono contenere almeno 600 m di lenza madre e avere un rapporto di recupero molto veloce, meglio se doppia velocità, con una frizione fluida e precisa. È necessaria una scorta notevole di esche: kona differenti sia nella tipologia (jet, cube, bullet, cup face, tube, ecc), sia nelle dimensioni e nei colori, e qualche minnow. Importantissimi anche i richiami, come bird singoli, daisy chain o Mud Mirror, che spesso fanno la differenza! Un paio di cinture da combattimento, un buon paio di guanti e un raffio lungo e solido, completano l’attrezzatura necessaria.

Serie di esche moderne per la traina d'altura prodotte dall'italiana White Monkey.

Prede e assetti - Gli assetti in altura (spread) possono essere molteplici, a seconda dell’imbarcazione, del tipo di pesce, delle condizioni meteo marine, ecc. Esistono assetti per i tunnidi, assetti per rostrati con un’ulteriore differenza tra pesce spada e aguglia imperiale, e assetti misti, che personalmente non amo. Per i tunnidi, le esche sono prevalentemente jet, kona e tube, tutte esche che non richiedono velocità elevate ma andature tra i 6 e i 7 nodi. Filerei quindi due esche di superficie come jet e cube sui divergenti, a circa 50 m, con aggiunta su una, di un richiamo come un bird o un Mud Mirror; una canna centrale sullo shot gun lunga a 100 m, con un jet; altre due dirette in scia, corte, a 20-30 m, con due tube o cup face. Mirando al rostrato, oltre ai sempre validissimi jet, cube e tube, va bene il bullet sia di medie che di generose dimensioni, tutti trainati tra gli 8 e i 9 nodi, aumentando anche le canne con la presenza di richiami. In questo caso filerei una canna centrale sullo shotgun a non meno di 100 m, max 150, con un grosso bullet o un jet-cube e Mud Mirror o bird; due canne sugli outrigger a circa 40-50 m, con due jet ed un altro richiamo; due canne dirette in scia a circa 30 m con un bullet di medie dimensioni e un cube; infine una canna centrale a circa 20 m con un tube preceduto da richiamo. Ovviamente queste possono essere solo indicazioni di massima, perché ognuno dovrà fare i conti con la propria imbarcazione, la posizione e il numero di porta canna, con le condizioni meteo marine di quella giornata e trovare il proprio spread ideale che permetta di navigare e effettuare virate senza rischio di imbrogliare le lenze. 

L’autore con una gran bella aguglia imperiale che ha assalito uno spearfish master.

Azione di pesca - È fondamentale, ricercare i tagli batimetrici, i canaloni, e tutto ciò che possa creare correnti. Ma anche in mare dovremo scrutare la superficie alla ricerca di strisciate di correnti (visibili per la differenza di increspatura dell’acqua), oppure di mangianze, di gabbiani poggiati o che volano bassi, di relitti galleggianti come grossi tronchi, mucchi di alghe, materassini, ecc… Sono segnali da cogliere per effettuare dei passaggi in prossimità. Per  le batimetri- che invece, preferisco seguirle parallelamente, per poi, una volta trovata una zona d’interesse, lavorarla tagliandole effettuando dei bordi di circa 1 o 2 miglia.

Strike - Coi tunnidi, l’ideale è rallentare leggermente, mantenendo la direzione, e combattere il pesce recuperando solo le canne più corte, quelle tra il pesce e la barca, per evitare contatti. Con i rostrati, invece, si recuperano tutte le canne prima di iniziare il combattimento, accorciando la distanza aiutandoci con l’imbarcazione. Procederemo quindi a 45° verso il pesce, avvolgendo velocemente, fino a portarlo a una distanza di sicurezza di circa 50-60 m. A quel punto si può forzare, pompandolo sottobordo, ma facendo attenzione a eventuali ripartenze e salti, grazie ai quali potrebbe slamarsi. Nonostante abbia incluso anche un raffio nell’attrezzatura necessaria, considero il rilascio di alcune prede, come ad esempio l’aguglia imperiale, molto più appagante che trattenerle. In questo caso, con i guanti, afferriamole saldamente per il rostro ed effettuiamo le foto di rito con il pesce in acqua, evitando di issarlo a bordo per non provocargli traumi e rilasciamolo con la speranza che in futuro ci possa far vivere nuovamente un’emozione così grande!

La lampuga appaga gli sforzi del pescatore per i salti spettacolari che compie nel combattimento.

Strumentazione in altura - Una barca da altura necessita ovviamente anche di un’elettronica in grado di soddisfare le esigenze legate a tale tecnica. Nello specifico, uno strumento con uno schermo di dimensioni tali affinché possano essere chiaramente visibili sia la cartografia che l’ecoscandaglio contemporaneamente, oppure eventualmente due schermi separati. Il tutto accoppiato ad un trasduttore da almeno 1kw, date le profondità su cui ci muoveremo. Un altro alleato importantissimo è il pilota automatico, dal momento che trascorreremo anche 8-10 ore in navigazione, e stare sempre a correggere la rotta con la mano sul timone può risultare stancante, senza trascurare che in caso di strike sarà come avere una persona in più a bordo. Il mio consiglio è di utilizzare sempre la funzione “traccia” della navigazione, in modo da tenere sempre sotto controllo le zone già battute e poter effettuare dei bordi precisi quando andremo a lavorare le zone. Inoltre, in caso di strike o segnale di pesce, è sempre conveniente marcare quel punto sia per insisterci durante quella giornata, sia per avere dei punti di riferimento su cui puntare la rotta a seconda del periodo dell’anno. Vedrete, con l’aumentare dei waypoint sulla cartografia, che si verranno a creare dei veri e propri hot spot con strike concentrati in determinati punti in base alla stagione. Per quanto riguarda, invece, l’ecoscandaglio, può essere utile sia per monitorare eventuale presenza di grossi pesci inabissati, che potrebbero però risalire verso le nostre esche insistendo in quel punto, sia per eventuali banchi di pesce foraggio.