All'Ultimo Amo
Ho deciso di scrivere queste poche righe perché, come penso tutti quelli che leggono MP, faccio parte di quella tipologia di persone che nelle vene, al posto del sangue, hanno acqua salata. Pratico la pesca in tutte le sue declinazioni ed in questo la fortuna di vivere in Sardegna mi ha molto agevolato. Non faccio molte differenze: surf casting, pesca subacquea, traina, lo spinning sia da terra che dalla barca e quindi, l’ultimo sabato di Ottobre, approfittando della temperatura mite e visto che le previsioni annunciavano mare calmo, ho deciso di “risvegliare” il mio vecchio palamito. Personalmente utilizzo palamiti detti “di fondo”; per chi non li conoscesse sono composti semplicemente da un cordino affondante dello spessore compreso tra 2,5 e 3 millimetri, sul quale, a una distanza di 5 o 6 metri l’uno dall’altro, sono legati dei braccioli di generosa sezione, diciamo da 0,70 o 0,80 ai quali sono fissati gli ami, massimo 200 a imbarcazione come recita la legge. Il tutto viene fermato sul fondo da due zavorre di inizio e fine che evitano che il palamito si sposti per via della corrente e che permettono di individuare il palamito grazie a due cordini, legati su un lato alle zavorre e sull'altro ad un gavitello. Di solito si utilizzano i classici bidoncini colorati, tipo quelli della varecchina, facilmente reperibili.
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