A volte inizia male ma poi...
Olbia 30 maggio 2012. Non essendo riuscito ieri sera a catturare un sufficiente quantitativo di calamari sono costretto ad una levataccia per affrontare una nuova battuta di pesca di traina col vivo. Durante la notte solo quattro cefalopodi tingono di nero la vasca del vivo quindi imposto la sveglia alle 4:30 anche se a svegliarmi non è stato l’orologio ma un'ora prima la piccola Paola (mia figlia) e un’ora dopo una pioggia scrosciante che mi consiglia di rinunciare. Ore 5:30 non riesco proprio a riprendere sonno, continua a piovere e allora… cerata e di corsa al porto. Rapidamente monto il tendalino che oltre al sole, all’occorrenza ripara anche dalla pioggia. Mi reco sullo spot dei calamari che per fortuna dista solo un miglio dal posto barca: tre calamari in due ore (tempi duri) ma comunque in tutto sono a sette e posso dirigermi sulla secca dove presumo possa esserci qualche bel dentice. Il cielo è nero e si leva anche un bel venticello da Scirocco. Oggi non sembra proprio giornata, procedo contro corrente per rallentare un pochino, con piombo guardiano da 500 grammi. Un paio di passaggi sulla prima secca e decido di cambiare zona. Nel frattempo si sono fatte già le nove e finalmente ha smesso di piovere. Anche il vento sembra calare, il mare adesso è leggermente increspato e si notano le mangianze dei tonni un po’ da tutte le parti; i gabbiani sembrano impazziti, che spettacolo! L’ecoscan-daglio da dieci minuti mostra un fondale piatto e sabbioso, ho lasciato la secca alle mie spalle per dirigermi su un’altra che si trova a circa un miglio di distanza. Lascio il calamaro in pesca con la speranza che non venga aggredito da qualche tracina non gradita. Mi trovo a metà strada quando il cicalino inizia a cantare e sembra non smettere più, ricciola o tonno!! Serro leggermente la frizione e lascio la marcia inserita: si è fermato! Inizio il recupero, riparte altre due, tre volte poi sembra arrendersi. Capisco che potrebbe trattarsi di un altro pesce e infatti sale a galla un meraviglioso dentice che peserà 10,3 chili. La difficoltà nel recuperare l’esca, la brutta nottata ed il cattivo tempo non lasciava ben sperare ma spesso premia non arrendersi premia.
Giovannino Serra
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