A pensar male...
Il mondo del commercio, degli scambi, dell’impresa, è regolato da norme e disposizioni abbastanza condivise nell’intero pianeta. Tutto deve rispondere a determinate caratteristiche, tutto deve possedere determinati requisiti. Altrimenti è assai improbabile, specialmente di questi tempi, far quadrare i conti dell’azienda e in generale porsi e proporsi con un livello di credibilità almeno dignitoso. Così, per quanto ne so io, dovrebbe essere! Oggi come oggi, l’opportunità, intesa come capacità di cogliere le occasioni, nel commercio e nell’impresa, è una componente rilevante. Un aspetto che palesato, spiegherebbe certi fenomeni altrimenti incomprensibili. Non viene mai meno, però, la buona fede, la legalità. Purtroppo non sono rari i casi in cui dietro una facciata “patinata”, grosse realtà, vanto del paese o del governo, non necessariamente il nostro, si rivelino alla fine della fiera un vero e proprio pacco, per incapacità o per disonestà, oppure per tutti e due. Così avviene anche nel variegato mondo dell’editoria. Così avviene nella stampa specializzata. Così è avvenuto, anche in Italia, con dispiacere generale in alcuni casi e un po’ meno in altri, nel settore del tempo libero, dell’outdoor. Il problema è che la serenità finora registrata tra gli operatori e tra questi e la base, nel nostro caso il pescatore, verrebbe messa in discussione, come per inquinamento, per la necessità dei più spregiudicati, di riscuotere, evidentemente immeritati, consensi. E siccome il settore sportivo più popolare in Italia è il surfcasting, la cosa, nel caso e sentimentalmente, a me, brucerebbe di sicuro più di altri. Posso anche sbagliarmi, è vero, però diceva belzebù, a pensar male si fa peccato ma a volte ci si azzecca!
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