57° Salone

57° Salone

Da ormai 57 anni, Genova ospita ininterrottamente il salone italiano della nautica, oggi senza internazionalità ufficiale. Del resto Cannes espressione di un mercato meno compromesso dalla crisi, col suo salone ante Genova, ha saputo cogliere l’opportunità e stuzzicare gli appetiti dei cantieri che contano. Ciò nonostante l’edizione 2017 del Salone di Genova, pur affaticata, ancora, da una scissione che vede Ucina e Nautica Italiana in “discussione”, vanta un gran bel risultato. In primis i visitatori, di nuovo in arrivo a frotte (qua-si 150.000 con un +16,5%) come ormai avevamo dimenticato. Il pubblico, infatti, si è ripreso questo importante appuntamento parteci- pando e godendoselo a tutti i livelli, complice un’offerta turistica del capoluogo ligure che in pochi giorni ha messo in campo una sessantina di eventi. Poi, il succo... sono riprese le vendite! Questo è un dato molto significativo che rafforza quel 16% di crescita della nautica italiana rispetto allo scorso anno. Se poi a questo aggiungiamo il feedback positivo degli operatori, giun- to a Genova dopo una stagione non entusiasmante ma quantomeno incoraggiante, il gioco è fatto. Per vedere il bicchiere mezzo vuoto, rimane la delusione del colpo d’occhio, di quella Genova che, nonostante le 1100 imbarcazioni, non c’è più e che ancora un po’ dovrà investire per risplendere come allora. E per girare il coltello nella ferita, aggiungiamo che ancora la pesca non va. Mancano i cantieri americani e australiani, mancano i tuna tower, manca uno spicchio, una nicchia di mercato che seppur marginale, non è legata alla stagionalità ed è, invece, vivace per tutti i 12 mesi dell’anno e quindi, in alcun regioni, ancora espressione di un mercato molto appetibile. La città è comunque soddisfatta, grazie all’incremento del traffico aereo anche privato con 2500 passeggeri in più rispetto al 2016 ed un sistema alberghiero quasi saturo. Per quel che ci riguarda due sono gli elementi originali. Il primo e Suzuki, o meglio il DF 350A con elica controrotante. Una potenza che mancava alla serie giapponese di fuoribordo e che si presenta non come una mera copertura di hp, ma un top di gamma che racchiude il meglio della tecnologia. Infatti grazie ad un piede molto evoluto e le due eliche che ruotano in senso opposto si ottengono performance di assoluto rilievo in termini di efficienza. Il secondo elemento è il “wrapping”, ossia un rivestimento, in questo caso anche creativo, interpretato con estrema professionalità da Leaderform, un’azienda poligrafica del veronese, che ha creato apposta un nuovo marchio “Extreme wrap” per proporre al pubblico la personalizzazione della barca. Ma, oltre ad impreziosire il mezzo secondo il gusto dell’armatore, le speciali pellicole che si applicano sulla opera viva e morta proteggono la barca e la rendono ancora più performante. Il tutto a costi accessibili e in loco: grande successo di pubblico. L’elettronica, sempre ben rappresentata vede in testa Hummin- bird per la sua vocazione alla pesca, in particolare con la nuova serie Solix e i display touch di seconda generazione (cross touch), toccabili, strisciabili e pizzicabili, ma soprattutto con funzioni di grande ausilio come Auotchart live che riscrive oggettivamente il fondo, Mega imaging (side e down) per un dettaglio impressionante e ancora il bluetooth per favorire la comunicazione con altri device o smartphone. Raymarine invece, attraverso la nuova serie Axiom, elegante e luminosissima, introduce una vera e propria centralina che oltre ad incorporare eco, anche 3D e gps, propone funzioni avanzatissime come la regolazione dei principali parametri anche sulla cronologia per individuare eventuali segnali persi in prima battuta.