4 Mori all'Alba
di Marco Meloni
Finalmente sono iniziate le prime belle mareggiate, tipiche di questo periodo autunnale. Con gli amici Gianluca Collu, Marco Dessì e Emanuele Orrù volevo approfittare della fase lunare favorevole: ultimo quarto e quindi una buona parte della notte con il cielo buio. Era previsto maestrale, in fase montante, che qui, in costa ovest, è sinonimo di grosse onde. Le previsioni ci davano moto ondoso crescente da 40 centimetri sino a 90 a fine nottata. Il vento sarebbe rimasto costante tra 10 e 15 nodi. Tutto questo ci ha convinto a scegliere una spiaggia medio bassa. Essendo in 4 non potevamo optare per una piccola caletta, avevamo bisogno di un po’ di spazio. Come sempre, le previsioni, anche se abbastanza azzeccate, non potevano prevedere la condizione puntuale dello spot. E infatti abbiamo trovato più mare del previsto nella nostra prima scelta. Senza esitare abbiamo cambiato spiaggia, ma anche il secondo spot si è dimostrato inospitale con delle secche con tante alghe che impedivano di pescare. Finalmente, alla terza scelta, abbiamo trovato la situazione che speravamo. Un mare spettacolare, con il frangente a portata di lancio, intorno ai 60 metri e tanti canali. Insomma, non avevamo che l’imbarazzo della scelta! Gianluca ed io decidiamo di andare sul lato destro (guardando il mare); Emanuele con Marco si sono piazzati sul lato sinistro. Uno splendido tramonto ci ha accompagnato mentre montavamo le canne e allestivamo quello che sarebbe stato il nostro campo notturno. I cambi di spot ci hanno fatto perdere tempo prezioso e così monto subito la mia prima canna, una ripartita con una paratura mono amo, filetto di seppia e zavorra a palla da 150 grammi. Lancio, manco a dirlo, subito dopo il frangente. Passa in un attimo un’ora e Gianluca apre le danze con il primo sarago, seguito da altri 2 in rapida successione. Personalmente non avevo ancora visto mangiate ma ogni recupero mi regalava ami puliti.
Decido di fare un innesco più corposo, con doppio filetto di seppia ben tenuto da alcuni giri di filo elastico. Lancio, mi accingo a preparare la canna successiva e... di fronte a me ecco quelle pieghe che noi tutti sogniamo: esagerate, lunghe e violente! Pieghe che solo pesci di grossa mole possono fare. Corro, prendo la canna in mano e vedo che la lenza è in bando. Recupero, metto in tensione, sento le “testate”... forti. Incoccio e la preda parte con altre testate. Capisco subito che è un pesce grande e lo “lavoro” con attenzione. Il vero problema era il profondo gradino di risacca, a riva. Li sapevo che il pesce avrebbe provato a infossarsi. Porto la preda a riva, ormai vedo il grosso muso dell’orata, enorme anche se avvolta nella schiuma. Ed ecco l’errore. L'adrenalina mi ha portato a forzare il recupero, l’amo si sgancia e mi parte il piombo vicino alla faccia. La preda in un secondo svanisce nella schiuma. Immaginate l’urlo di disperazione. Mi riprendo e decido di non abbattermi. In fondo eravamo solo a inizio nottata. Da quel momento sono diventato attentissimo, controllando scrupolosamente le canne. Gianluca fa un altro bel sarago e poi, intorno all’una di notte sento un urlo: il socio ha sicuramente fatto una grossa cattura. E infatti ecco una bellissima orata da 2 chili. Arrivano Emanuele e Marco che mi fanno notare una mia canna in bando. Incoccio e riesco a spiaggiare una bella orata, intorno al chilo di peso. Proseguiamo la notte pescando saraghi. Alle 6 del mattino ormai sono stremato ma decido di sposare 2 canne su una buca abbastanza lontano dalla mia postazione. Piazzo così 2 canne con seppia intera, risparmiate apposta per sfruttarle all’alba. Lancio e subito becca! Mi godo lo spettacolo di un “saragone” da oltre un chilo che mangia la grossa esca intera e mi premia con un’ultima preda davvero cercata. Sono contento, esausto ma felice. Questa lunga e intensa notte di pesca mi ha dimostrato che costanza e determinazione ripagano sempre! Sembra assurdo, ma il divertimento più bello è stato con l'orata che ho perso: che testate, emozioni uniche! Sicuramente non era ancora il mio momento, ma prima o poi arriverà.
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