3° Tataki Day
Poteva essere una domenica come le altre, ma alle 8 del mattino del 17 ottobre, le calme acque del Golfo di Cagliari cambiano colore, dall’azzurro intenso al bianco spumeggiante. Sono loro, le barche in gara al 3° Tataki day, gara di pesca al calamaro, organizzata da Matti per la pesca con la collaborazione di Giorgio Aru. Non è una domenica come le altre perché le barche in gara sono 51, mai visto un simile scenario, mai in Sardegna! E siccome si tratta di un memorial, dice bene Fabrizio Schirru: “Il miglior modo di ricordare Marco, mio padre.”.
La gara
In principio sembra che tutti si dirigano verso le stesse poste, ma la scia si allar-ga presto e da Cala Regina alla Sella del Diavolo non c’è soluzione di conti-nuità. La flotta improvvisata si spande su più batimetriche, dalle più canoniche intorno ai 30 metri, a quelle più impegnative che sfiorano le tre cifre. Del resto, quasi tutti nei giorni precedenti hanno provato il campo gara e ognuno è partito con le idee chiare, an-che se alla vigilia girava voce che il mollusco avrebbe dato forfait, a causa di due misteriosi pescherecci siciliani avvistati in rada. E in effetti, dopo un primo approccio incoraggiante, le catture si sono rarefatte e per buona parte della mattina, i più hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Di certo, anche dopo la ripresa delle mangiate, la taglia media del cefalopode è rimasta su valori abbastanza modesti. Ma in gara, quest’ultimo, è un aspetto non determinante. L’imperativo è sempre “prendere poco più degli avversari.”. Facile per chi, come moltissimi, erano dotati di strumentazione adeguata. Quello che si è visto non erano semplici ecoscandagli, ma televisori per dimensioni, spesso accompagnati da altri display evidentemente utilizzati anche per altre tecniche di pesca. Il tempo è bello, soleggiato, poco vento, in pratica le condizioni ideali per fare man bassa. Purtroppo essendo così vasto il campo gara non è possibile avere il polso della situazione in tempo reale e tanto meno è consigliato far fede alle poco loquaci dichiarazioni degli intervistati, impegnati sul fronte della pesca ma anche a glissare le domande più innocenti tipo: beh, come va? Becca? Comunque alle 13:00, tirati a bordo i 5 tataki, tutti i concorrenti si ritrovano all’ingresso del porto di Capitana per il ritiro del pescato. Un altro raduno, spettacolare, un coacervo di gommoni e barche, prima dell’arrivederci alle 16:00 per le operazioni di classifica.
“La curiosità era sui tataki, quale ha funzionato meglio? Purtroppo l’opinione comune è che non ci sia stato l’acchiappa tutto vincente, l’esca che miracolosamente abbia risolto la situazione”.
Pesatura e premiazione
Scopriamo subito che le 16:00 non è una scadenza ma un punto di partenza. Infatti con attività sparse, 4 o 5 volenterosi, si danno da fare per sistemare il “palco” della premiazione e quello della pesatura. Quindi, in ordine al rigore alla sarda, le 4 del pomeriggio diventano le 6. Non che il tempo non sia passato piacevolmente: due chiacchiere, due bicchieri di buon vino della cantina Paulis, due battute sulla prossima gara di traina e infine... perché non fare due domande ai concorrenti? La curiosità era sui tataki, quale ha funzionato meglio? Purtroppo l’opinione comune è che non ci sia stato l’acchiappa tutto vincente, l’esca che miracolosamente abbia risolto la situazione. Anche Davide Marroccu è sulla stessa linea e imputa il successo della sua prestazione, secondo col fratello Marcello e Mauro Flaviani, al fatto che ha scelto di pescare sul basso fondo, tra Capitana e Marina Piccola, tra i 26 e i 28 metri. Pescando con i 5 centimetri, si catturavano solo i piccoli mentre con le misure superiori, le dimensioni dei calamari erano varie. Nessuno ha fatto riferimento al bonus di 100 punti per ogni calamaro, come dire che è stato ininfluente ai fini della strategia di pesca. Alle 19:00 circa finisce la pesatura e si scopre che i tanti cappotti paventati sono solo 4, davvero pochi, appena l’8%. Quindi è la volta della premiazione. Il podio è un’esposizione di fuoriclasse. 9 pescatori con la P maiuscola. Più in alto di tutti il team Garu Fishing con Giorgio Aru, armatore del battello Master, Luca Melis e Massimo Sestu. Bravissimi! Un successo insperato questa terza edizione del Tataki day, che ha dato una botta di vita all’agonismo dalla barca e fa ben per la stagione di traina costiera col vivo e l’agonismo che ne consegue.
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